Il racconto della mia vita (seconda parte)

La mia famiglia
Vengo ora a descrivere la mia famiglia.
Inizio dai miei nonni materni. Mio nonno si chiamava Antonino, lavorava alle Poste di Torino come capo zona per il servizio Telescriventi; invece mia nonna si chiamava Stella e si occupava dei suoi quattro figli; era una donna di bassa statura e un po’ robusta. Anche se sono mancati presto li ho conosciuti entrambi. Mi ricordo quando ero piccolo: andavo con mio nonno e mia mamma a Predosa al parco giochi e giocavo con loro. Finito di giocare mi divertivo a tirare i capelli a mio nonno che si lasciava fare di tutto, anche se mia mamma non voleva.

Nonno Nino
Nonno Peppe
Nonna Stella e nonna Pia

I miei nonni paterni si chiamavano Giuseppe, da cui ho preso il nome, e mia nonna Giuseppa detta Pia. Mia nonna paterna era casalinga mentre mio nonno da giovane a Favignana faceva il pescatore con la propria barca. Trasferitosi a Genova lavorava come nostromo a terra per le navi Costa.

Mia madre e mio padre

Mia mamma Anna (Pina per i famigliari) è nata a Torino il 17 giugno del 1953 alla clinica Sant’Anna. Ha vissuto fino all’età di quattro anni a Torino e poi si è trasferita fino a ventiquattro anni in Sicilia, a Trapani, dove ha conosciuto mio papà e lì si sono sposati. Successivamente si sono trasferiti in Piemonte, prima a Molare e poi a Ovada.
Mio papà Bernardo invece è nato il 25 novembre 1947 a Trapani, pur risiedendo sull’isola di Favignana. All’età di 18 anni ha iniziato a lavorare sulle navi come mozzo; dopo il trasferimento nell’Ovadese è nata mia sorella

Tamara. E’ nata a Genova il 26 settembre del 1979. Fino a 27 – 28 anni ha vissuto ad Ovada poi si è trasferita a Levata Pollastra (frazione di Bosco Marengo) insieme al suo compagno Massimo da cui ha avuto un figlio di nome Pietro che adesso ha sette anni. Io e mia sorella ci vediamo poco, ma quando ci incontriamo ci raccontiamo le ultime novità e vari pettegolezzi. Mio nipote invece mi racconta cosa fa a scuola e mi parla dei suoi allenamenti di calcio con i pulcini della Pozzolese.

Le amicizie
Parlando invece dei miei amici e amiche
vorrei ricordare con affetto Jennifer Modello: purtroppo è mancata un anno fa.

Jennifer era una ragazza molto solare, disponibile per gli amici. Ho due ricordi molto belli di lei che mi sono rimasti impressi: quando veniva a pranzo da noi e quando siamo andati insieme con lei e mia sorella al concerto di Vasco a Imola.
Un altro amico di cui vorrei parlare è Alberto che ho conosciuto ai tempi delle medie e con cui ho legato subito.

Abbiamo instaurato un bel rapporto d’amicizia; mi veniva a trovare in bici o a piedi, quando non aveva ancora l’automobile. Quando ha preso la patente abbiamo iniziato a girare in auto: a volte andavamo a Genova e altre volte in Alessandria. Ricordo il suo garage in via Vela dove anche con altri ragazzi vedevamo le partite di calcio e facevamo qualche spuntino. Quando uscivamo a piedi ci recavamo al parco Pertini di Ovada. Un giorno siamo partiti da casa mia per andare al campetto “ Don Salvi “ per vedere i tornei di calcio; quando siamo tornati indietro ci siamo presi un sacco di pioggia. Con Alberto sono ancora amico dopo tanti anni e ci sentiamo spesso per parlare delle nostre novità e per stare in compagnia con amici.

Il calcio, la mia passione
A gennaio del 2015 ho iniziato a seguire una squadra di calcio di Ovada che si chiamava allora Ovadese. Nel 2017-2018 abbiamo fatto la fusione fra le due società: ora la squadra si chiama USD Ovadese-Silvanese.

Tutta la squadra dal primo giorno mi ha accolto moto bene. Da subito ho visto un gruppo molto unito e affiatato. Anche i dirigenti e il presidente mi hanno fatto sentire a mio agio ed ora anch’io sono diventato un dirigente sportivo della squadra di calcio, oltre che essere un “portafortuna.”

Il Milan
La mia squadra del cuore è il Milan. Nel 2007-2008 con due miei amici, Fabio e Federico, sono andato a Milanello. Ho fatto le foto con tutti i giocatori del Milan. Ero molto emozionato dal vedere i miei idoli vicino a me per fare le foto. I giocatori che mi sono rimasti in mente sono: Riccardo Kakà, Filippo Inzaghi e Paolo Maldini.

A Milanello con Pippo Inzaghi

Ricordo bene quando il massaggiatore del Milan ci ha dato a me e ad i miei amici il getorade da bere. Ricordo quando Pato si avvicinava a me, mi toccava i capelli. Invece a Inzaghi e Kakà io e i miei amici abbiamo fatto un piccolo coro. A Gattuso e a Paolo Maldini ho detto “CIAO GRANDI VECCHI CUORI ROSSONERI.” Loro prima mi hanno sorriso e hanno detto “Tu sei il numero uno” e io mi sono sciolto; ero molto emozionato. Per me stata è una giornata indimenticabile, da incorniciare.

Gite Fuori Italia
Quindici anni fa con un gruppo di disabili di Biella sono andato in Spagna per una settimana da solo senza i miei genitori. E’ stata una bella esperienza. Da due anni vado a Lourdes con l’associazione Oftal di Acqui e Nizza Monferrato: un esperienza molto bella e toccante perché oltre a pregare si stringono ogni volta nuove amicizie.

Gli amici di Vedrai
Alcuni amici di Vedrai sono: Cinzia, Ettore, Andrea, Mattia, Marina e Manuela. Con Cinzia sono anche collega di lavoro oltre che amico. A Vedrai siamo un gruppo molto affiatato e ci aiutiamo a vicenda uno con l’altro. Ci stimiamo molto tra di noi. Sembriamo una famiglia: dopo tanti anni insieme c’è un’armonia molto bella. C’è tanta allegria, soprattutto quando c’è Musicando con il corpo.

Giuseppe, Cinzia, Ettore e Manuela


Cinzia
Attraverso il progetto Hanna, nel 2002 ho conosciuto Cinzia, abbiamo 6 anni di differenza. Abbiamo subito avuto un bel rapporto e stretto un’amicizia, nonostante i diversi stili di vita. Da quell’anno in poi siamo sempre stati uniti, raccontandoci delle nostre vite e dandoci consigli.
Ettore
Un mio grande amico è Ettore, arrivato nel 2006 da Mele. E’ un grande patito del calcio, di Harry Potter e della musica. Mi racconta sempre ogni film di Aldo, Giovanni e Giacomo. Abbiamo un bel rapporto di amicizia e mi ha sempre aiutato quando avevo bisogno: mi mette le cuffie, mi accompagna in palestrina, giochiamo a palla insieme e ci divertiamo tanto.

I volontari e le volontarie
Pietro Moretti, professore di sostegno per molti anni alla scuola media di Ovada, con professionalità e dedizione è riuscito a fondare nel 2003 e far crescere l’associazione Vedrai di cui è stato presidente per 16 anni.
Patrizia Marco è un’assistente, collaboratrice dell’associazione Vedrai. E’ molto disponibile con i ragazzi e si mette in gioco.
Severine Farina è una volontaria che viene Il lunedì mattina a Vedrai, insieme alle figlie Valentina e Benedetta Chillon. Sono molto attive come volontarie.
Roberta Scarsi è una volontaria che viene da tanto tempo, è una maestra di sostegno.
Emilio Ivaldi si è laureato in ingegneria da poco, e viene ad aiutarci da quando aveva tredici anni: è quasi un veterano, nonostante la giovane età.
Laura Barrago veniva a darci una mano quando frequentava le scuole superiori.
Claudia Repetto viene il martedì pomeriggio quando il suo lavoro lo permette.
Veronica Parodi è una maestra di sostegno della scuola dell’infanzia; da poco è la nuova presidente di Vedrai
Vanessa Cacciavillani è una studentessa liceale volontaria.
Anna Lardieri è un’assistente OSS, ed è la tesoriera di Vedrai.
Nadia Marenco è un educatrice, aiuta Valeria a Vedrai.
Erika Sciutto è una brava musicista, collabora con il gruppo di Rossiglione come musicoterapeuta.
Agata Ascierto è un’insegnante in pensione e volontaria di Vedrai.
Un appunto particolare per Mario Bavassano: da quattro anni tutte le settimane viene a trascorre un’ora con me per farmi fare un po’ di utili movimenti a braccia, mani e gambe. Nello stesso tempo parliamo molto di argomenti di attualità.

Vedrai nella mia vita
Questa associazione mi ha dato l’opportunità di stare con altre persone, relazionarmi e confrontarmi con ragazzi con diverse problematiche. Mi ha aiutato ad ascoltare, a partecipare, a dare un valore alle persone che conosco, magari a diventare una persona più saggia. A volte cerco comunque ancora di allontanarmi da casa per evitare preoccupazioni inutili. Mi fa male quando invece sono io ad avere qualche problema e non sembra toccare chi è importante per me.
Prima di Vedrai la mia vita era spensierata perché ero meno partecipe a quella degli altri; avevo difficoltà nell’ascoltare, in un certo senso ero più “ribelle”. Vedrai è stato un modo per uscire di più, fare nuove attività, per adesso la mia vita è cambiata in meglio. Vedrai mi ha aiutato a crescere e a diventare una persona più responsabile e, anche se di fronte a certe notizie non so ancora bene come comportarmi, questa associazione mi aiuta a limitare i miei problemi: qui ci sono solo io e i miei lavori.

Futuro di Vedrai…
Sinceramente una cosa che vorrei tanto sarebbero degli aiutanti in più per Pietro, per alleviargli il lavoro, magari cucinare oppure stare più tempo con noi per ottimizzare i tempi in modo che Pietro così possa continuare con i suoi progetti.
In futuro mi piacerebbe ci fossero degli appartamenti in cui noi ragazzi si possa vivere con degli assistenti per passare più tempo fuori casa. Anche se questa possibilità per il momento è stata scartata, a me piacerebbe.
A me Vedrai piace così com’è. Spero che se in un futuro ci saranno dei cambiamenti, siano solo in positivo. Ora stiamo aspettando l’aiuto del Servizio civile, sperando di poter fare più cose: ad esempio lavorare ognuno con un collaboratore diverso per accelerare i tempi e lavorare di più. Speriamo anche di trovare una sede più grande.
Mi piacerebbe passare più tempo a fare temi e articoli documentandomi prima con ricerche e poi dire il mio punto di vista. Vorrei ci fossero delle attività in cui qualcuno legge libri ad alta voce; poi scrivere il mio pensiero sui libri letti.